OUA Congresso Nazionale Napoli – Gennaio 2014
L’audio non è dei migliori, ma la tensione del tavolo di presidenza e l’atmosfera appassionata della platea si avvertono tutti.Un grazie di cuore all’avvocato Luigi Carotenuto che ha ripreso il video.
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Non siamo degli ingenui e da tempo non ci fidiamo di questa classe politica, fatta di nominati, che non ci rappresenta e non difende i diritti dei cittadini. Per gli avvocati è giunta l’ora di dire basta e di smetterla di giocare sulla difensiva con i governi, mostrando così un ‘inaccettabile sudditanza psicologica e culturale nei confronti di chi ha portato il Paese alla rovina. Da troppo tempo siamo costretti a rintuzzare le loro finte riforme, figlie di una concezione autoritaria dello Stato e a lottare contro gli innumerevoli provvedimenti illegittimi e incostituzionali, che hanno fatto scempio di quei diritti che i nostri padri ci avevano donato e che avevamo il dovere di custodire. Senza alcun timore dobbiamo riaprire un dialogo costruttivo con la cittadinanza, che si è sentita tradita da noi, per tornare a svolgere, nei fatti e non a parole , quel ruolo di tutela delle libertà violate e dei troppi diritti negati o non riconosciuti. Non siamo degli sprovveduti e non pensiamo che questi provvedimenti siano il frutto della casualità o di un ceto politico rozzo ed ignorante che, agendo in maniera inconsapevole, ha in odio gli avvocati, ma sappiamo bene che queste leggi sono il portato di una concezione ormai predominante in Europa che cerca in tutti i modi di contrastare la funzione sociale di contropotere, che la migliore avvocatura ha storicamente svolto, concependo il ruolo dell’ avvocato, al pari di un semplice prestatore di servizi, . E proprio perché non siamo degli sciocchi, sappiamo che i termini reali della partita, che si sta giocando a livello europeo è ben noto a tutti , sia a chi – condizionando le politiche dei vari governi che si sono succeduti, cerca di imporre un modello di avvocatura funzionale agli interessi dei potentati economici, sia a chi, in questi anni pur avendo il compito di rappresentare gli interessi dell’avvocatura e il diritto di difesa, ha preferito contrattare al ribasso e scendere a compromessi con chi aveva deciso di annientarci e relegarci in un ruolo subordinato. Ebbene, il tempo degli indugi è finito ed è giunto il momento di avere coraggio e di accettare la sfida Bisogna alzare il livello dello scontro contro i nemici dell’avvocatura e sfidarli apertamente per rivendicare una volta per tutte, senza se e senza ma la nostra funzione sociale di custodi del diritto contro gli abusi del potere e stroncare sul nascere ogni tentativo di minacciare la nostra indipendenza ed autonomia E poiché non siamo né ingenui, né sprovveduti né sciocchi e siamo consapevoli che molti di coloro che ci rappresentano non hanno la stessa nostra concezione dell’avvocatura e considerano queste posizione idealiste e superate dai tempi chiediamo che l’OUA di discutere nella prossima conferenza nazionale dell ruolo e la funzione che l’avvocatura deve svolgere nella società moderna affinché, senza ipocrisie e fraintendimenti ci sia un confronto tra le ha diverse visioni dell’avvocatura. Perché deve essere chiaro a tutti che la rinascita dell’avvocatura passa necessariamente attraverso il superamento della crisi di identità che l’attraversa e il senso di smarrimento che la indebolisce e questa riflessione non può essere lasciata alla libera interpretazione di ogni singolo avvocato, ma deve essere frutto di elaborazione collettiva che ci coinvolga tutti. Fino a quando non riusciremo a costruire una nuova figura di avvocato saremo fragili e preda dei lupi famelici che governano la società, ostaggi di chi vuole ha un’idea del diritto come merce e della Giustizia come nuovo mercato da conquistare. Qualunque sia la strada che intendiamo percorrere il nostro primo dovere sarà quello di non abbandonare nessuno e respingere l’idea del “mors tua, vita mea” , perché più l’avvocatura sarà divisa e più sarà facile distruggerci. E’ bene dirlo, vogliono fiaccare i nostri spiriti per poi comprarci a basso prezzo, perché – e loro lo sanno bene- hanno comunque bisogno della nostra professionalità, della nostra intelligenza, della nostra cultura. Vanno infine fatte due brevi considerazioni : 1) se è vero, come è vero, che l’aggressione all’avvocatura è su scala mondiale è inimmaginabile e folle pensare di respingere gli attacchi alla nostra libertà ed indipendenza senza affrontare il problema nei termini di una costante e fitta collaborazione con gli avvocati degli altri paesi e su questo punto invitiamo l’OUA ha intraprendere un’iniziativa forte e decisa che coinvolga quantomeno gli avvocati europei e del bacino del Mediterraneo e sono certo che il Presidente Caia e gli avvocati napoletani vorranno mettere a disposizione dell’OUA , l’esperienza acquisita negli ultimi anni. 2) sappiamo che dobbiamo accettare le sfide della modernità e dare risposte ai cittadini in termini di professionalità, economicità e rapidità e siamo pronti ad accettare tutte le sfide che una società moderna ci impone, a condizione che non sia mai tradita la nostra funzione sociale. Ed è proprio in riferimento alle nuove sfide da affrontare e alla necessità di percorrere nuove strade siamo convinti che l’avvocatura deve guardare con fiduciosa attenzione all’arbitrato, che a differenza della conciliazione non mortifica il diritto ed esalta la figura dell’avvocato sia come difensore delle parti sia quale giudice. Gli avvocati devono aprire una seria discussione sul tema e superare le assurde diffidenze su questo storico istituto che oggi è appannaggio di pochi ma che se utilizzato correttamente, può dare risposte rapide ed efficienti ai cittadini e alle imprese.Poiché questo governo, al pari degli ultimi che l’hanno preceduto, ha deciso con vergognosa caparbietà di perseverare nella scellerate politiche volte ad ostacolare l’accesso dei cittadini alla giustizia e a mortificare il ruolo degli avvocati, mostrando di condividere una concezione illiberale del rapporto cittadino e Stato si invita l’OUA a manifestare al governo che le dimissioni del Ministro Cancellieri e il ritiro degli ultimi provvedimenti in materia di giustizia, sono le condizioni necessarie per avviare un confronto.